lunedì 17 ottobre 2011

Capitolo 2



Il soffitto sembra diventare come un grande schermo ... riflette l'enorme mole di pensieri che scorrono troppo veloci nella mia testa...si affollano accavallandosi e nella confusione... uno soltanto rimane vivido e reale....LEI.
Troppo agitato per dormire....troppo stanco per fare altro, lascio che la mente sia libera di spaziare e rivivo attimi fugaci...sensazioni forti....che riesco ancora a sentire sulla pelle, chiudo gli occhi....sento ancora il suo sapore e le mani fremono per ritrovare il contatto col suo viso.
Quello che è accaduto ha dell'incredibile e non riesco a credere sia successo a me. Volo da un continente all'altro ed ho fiumi di donne che quando mi vedono sembrano impazzire....
"Questa cosa avra' mai di diverso dalle altre."
Mi giro di lato...il cuscino troppo basso... infilo la mano per fare spessore e strofino forte il viso sul tessuto, per spazzare via quell'inquietudine, ma non trovo pace e quella posizione mi impedisce di respirare bene....quando mi ricordo di farlo.
Sbuffo e raccolgo il pacchetto di sigarette sul comodino..."Non si puo' fumare in albergo...cazzo". Lo metto in tasca.
Sono ancora mezzo vestito e non me ne frega niente. Stringo forte i capelli con entrambe le mani e mi stropiccio gli occhi...mi bruciano... Sono esausto. Mi alzo allungando la schiena....e penso a lei tra le mie braccia...non la vedo, ma "la sento"....ancora ne colgo le forme sotto le dita....stupenda.
La cintura dei pantaloni tintinna aperta ...e i calzini sono lì....abbandonati sul tappeto immacolato....dove spiccano come due mucchietti accartocciati. La camicia gettata sulla sedia del piccolo scrittoio e il resto chissà dove....fa caldo lì dentro e affondo le dita nello scollo della maglietta allargandone i bordi....sembra sempre troppo stretta.
Mi alzo e mi avvicino alla porta scorrevole che da sul terrazzino....sono in cima al grande albergo...e lo scenario che filtra dal vetro invita ad uscire. Parigi ...luccica come indossasse un abito di paillette, accarezzata da quel fiume sinuoso  come le curve di una puttana...ecco come appare...e sembra quasi cerchi di addescarmi...lasciando che le sue armi di seduzione mostrino il meglio di sè.
Spalanco la porta facendola scorrere lenta...un passo e sono prigioniero di quell'aria tiepida e di quel cielo profondo e buio. Non vi sono stelle visibili... la luce le acceca... è Parigi la Star...tutto il resto svanisce....ma non LEI.
Affondo le mani nelle tasche e ne estraggo accendino e sigarette...ne ho bisogno per calmare l'ansia...il disagio che sento dentro, mentre tutto quel bagliore quasi scompare, al ricordo del volto di quella donna illuminato per un istante.
L'ebano tra i capelli lucenti e lo zaffiro incastonato tra quelle fessure di cielo...e le labbra....quelle labbra....un irresistibile invito alla trasgressione.
Accendo la sigaretta stretta tra i denti....e ad accendersi non è soltanto quella....le mie dita sulle molli e soffici rotondità di seta, il calore umido della sua lingua a lambirne i contorni....curiosa....indecente...Mi lascio andare alla sensazione di piacere...e il nervosismo aumenta...non lo posso controllare.
"Non so nulla di lei...niente di niente".....e mi ammazzo di domande sul come poterla ritrovare, ma non ho risposte....niente a parte quel flash della sua immagine durato un istante e che continua a torturarmi.
Cerchi di fumo volteggiano, quasi giocando a rincorrersi intorno a me...sembrano disegnare la mia sconfitta e deridermi per le mie debolezze. Non le ho mai nascoste...non ne sono capace, ma a parte il fumo nessuno mi ha mai deriso per questo....a parte me stesso.
Mi abbasso appoggiando i gomiti al parapetto e lancio distrattamente un'occhiata ai terrazzini più in basso....sono le quattro del mattino...tutti dormono ...o fanno l'amore nelle loro stanze buie...lo stesso vorrei fare io...invece di torturarmi così stupidamente.
Aspiro l'ultima boccata e lancio il mozzicone nel vuoto...ne seguo la scia...come una meteora che si lascia morire...finchè scompare in fondo alla strada....e lì....quasi come un'apparizione fuoriuscita dai miei pensieri....scorgo la nera chioma fluente...e lo sguardo quasi improvviso sollevato sul mio ...stringo forte la balaustra...e ne rimango rapito.
Lei è lì....o lo immagino soltanto?
Mi sporgo per osservare meglio.
Non ne sono sicuro, ma sembra quasi sorrida...è troppo distante per averne la certezza. Apro la mano in segno di saluto.....lei lascia cadere la testa di lato e mi regala un bacio gettandolo con le dita...sorrido come un cretino a quell'inaspettata sorpresa e la osservo allontanarsi al di fuori del fascio di luce che la illumina....non puo' svanire di nuovo...non posso permetterglielo.
- Ehi!!!- Urlo forte...ma la mia voce si disperde nel vento lieve della notte....volando lontano.
Impreco al cielo che mi osserva silenzioso...e voltandomi in fretta raggiungo la porta che conduce in corridoio. Non dovrei uscire da solo....ma saperla lì fuori così vicina mi fa dimenticare ogni prudenza...e corro...salgo in ascensore e quasi impazzisco per la sua esasperante lentezza.
" Fa che sia ancora lì..."...Non so a chi lo dico...credo a me stesso....e mentre le porte si riaprono riemergo dal torpore e mi ritrovo mezzo spogliato nella hall quasi deserta. Chiudo in fretta la cintura, mentre le ragazze della reception ridono tra loro del gesto....lancio uno sguardo cupo....zittiscono. " Non me ne importa niente...andate al diavolo!"
"Fa che sia lì... ti prego!!!".... Ripeto la preghiera affinchè si avveri....come un mantra...e corro verso la porta girevole che si affaccia nella via dove poco prima l'ho veduta....
Mi infilo dentro ed sbuco all'aria aperta....mi guardo intorno cercando di orientarmi e intanto avanzo sul ciglio del marciapiede. Pochi passanti...mi osservano senza riconoscermi....e vanno oltre.
Il lampione sembra piu' piccolo...e comincio a pensare di non essere nel posto giusto.
Sento uno sguardo alle mie spalle e mi volto di scatto...è l'usciere dell'Hilton che mi guarda senza scomporsi....mi avvicino.
-Mi scusi...poco fa all'altro lato della strada c'era una donna....capelli neri...alta e con un abito a fiori. Sa dirmi dov'è andata?- eccedo nel tono...la foga mi fa alzare la voce...l'uomo sembra non accorgersene e risponde educato.
- Non ho visto nessuno Signore...mi dispiace.- Rimango deluso e la frustrazione mi fa scattare.
- Com'e' possibile era proprio lì davanti...non puo' non averla vista.- In difficoltà sfrega le mani sulla fronte.
- Mi spiace davvero....ho appena iniziato il mio turno e non la posso proprio aiutare. -
- Accidenti.- urlo con gesti di stizza...- Merda!!!- Calcio l'aria e torno a guardare quello spazio ben distinto dove prima si trovava la mia Lei...
Il vuoto....immenso come quello che provo dentro.
Sconfitto e nervoso torno nella Hall e mi dirigo agli ascensori....sento una voce...il mio nome.
Mi volto a cercarne la provenienza e vedo una giovane donna asiatica farmi segno di avvicinarmi al bancone....la raggiungo senza entusiasmi.
- Hanno lasciato questo biglietto per lei Signore...pensavo fosse urgente vista l'ora tarda. Eccolo. -
Allungo la mano sorpreso e osservo la busta colorata.
- Grazie. - Un cenno di saluto e torno nella mia stanza palpando la fine carta che riveste la busta.
L'annuso e naufrago nel suo profumo intenso.....chiudo gli occhi....e sorrido inconsciamente.
in piedi in mezzo alla camera la apro con cura....estraggo lentamente il foglio...e lo porto sotto alla luce della lampada...

                               

                                 Al Jardin des plantes...
                  domani alle 14.00...al centro del mondo....
                                         io ci sarò.   
                                   S.

2 commenti:

  1. Anche questa volta il tuo lavoro è strepitoso. Un modo di descrivere i fatti eccellente, la storia così intrigante che spinge a leggere e leggere ancora ... un'altro tuo scritto che seguirò molto volentieri. Aspetto il seguito darling ...

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  2. Leggendo mi sono venute le palpitazioni...continua in questo modo, ogni volta mi piace sempre di più!

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